Ebbene si, anche se Running Passion se n’è dimenticato (non ho ancora trovato articoli in merito… e la cosa mi sembra un tantino strana EDIT: bastava aver un po’ più di pazienza e sarebbe giunto questo 😀 ), sabato 10 luglio 2010 (3 giorni fa) ha avuto luogo il 4° Gran Trail della Valdigne, edizione 2010!
Organizzato dai Courmayeur trailers, la gara è stata, anche questa volta, una gran figata anche se (o, forse, soprattutto) più dura dell’edizione 2009. I percorsi, come d’abitudine, erano due: uno lungo 87 km (in realtà 88 a causa di una deviazione dell’ultimo minuto a causa di una frana) con 5.100 metri di dislivello positivo, ed una “corta” di 47 (per lo stesso motivo della gara lunga, 48) con 3.100 metri di dislivello positivo.
Le notizie ufficiali e serie potete trovarle direttamente sul sito della manifestazione (per esempio potreste leggere della vittoria sui 47 km di quel fenomeno di Jean Marc Chanoine che, mezz’ora prima della partenza, mi diceva – testuali parole – “è la prima volta che corro una gara così lunga, non so cosa riuscirò a fare”), qui, a causa della natura frivola e goliardica del blog e del sottoscritto, solo una cronaca personale infarcita di superlativi a gogo della gara più breve.
Partenza del Gran Trail Valdigne alle ore 10 del mattino sotto un terrorifico sole allo Zenith (per quanto possa il sole essere allo Zenith a questa latitudine 😛 ) che picchiava forte sulle teste dei quasi 600 corridori allineati nella piazza principale di Morgex. La gara si faceva immediatamente selettiva con una salita letale per i meno allenati che, dai 900 e rotti metri dello start, portava ai 2.920 del bivacco Pascal (punto più alto del Gran Trail Valdigne: 2.000 metri di dislivello).
Proprio sul cucuzzolo, un folto gruppo di curiosi, supporter, amici e volontari si davano un gran daffare per scattare foto, segnare i tempi, rifocillare e rincuorare gli stanchi corridori o semplicemente applaudire tutti, nessuno escluso (e un grandissimo grazie di cuore va ad Atla, Nikka, Mauri e Roby che mi aspettavano con una birra in mano!! Mitici, mi hanno fatto dimenticare istantaneamente la fatica della salita!).
(Il lago di Licony coperto di ghiaccio!)
Da lì, una spericolata discesa in neve fresca (ebbene si, non ci facciamo mancare nulla!), affrontata sciando con piedi o fondoschiena dai più audaci, a piccoli passi dai più cauti, porta prima al lago di Licony (ancora gelato! un vero spettacolo!) e poi alla relativa frazione. A questo punto, dopo aver percorso la già interessante distanza di 18 km, si scarpina fino al punto acqua di Planaval (dove il sottoscritto si beve una seconda birretta – la seconda della gara- offerta da Paul, il mitico chef de La Jolie Bergère!). Dopo una breve sosta per il doveroso controllo dei tempi e una spiluccata veloce alle prelibatezze proposte dalla mitica organizzazione (durante questa sosta si potevano incontrare personaggi stramboidi tipo mio fratello e il suo buon compare Cicciofer che correvano avanti ed indietro per gestire la sosta degli atleti e raccontare, occasionalmente, qualche barzelletta via radio 😀 ), si riparte verso Punta Fetita. Il tempo, da caldo ed assolato si fa improvvisamente scuro, in lontananza tuoni e fulmini fanno pensare ad un proseguo agitato… ed infatti, proprio mentre la salita verso la vetta della montagna si fa più difficile, parte la pioggia… prima leggera e quasi confortante dopo tanta afa… ma subito diventa tesa e fredda… per trasformarsi, infine, in una grandine fitta fitta e decisamente fastidiosa. Grazie a tutti i santi del paradiso (quelli che ancora non sono precipitati a terra a causa delle funamboliche bestemmie causate dai clienti RN – Rollo ed FDK sanno… :P), il tempo si stabilizza giusto in tempo per la lunga discesa che da Punta Fetita, passando per il Col du Bard, Charvaz e La Fenetre porta a La Salle: 18 km di fango e rigagnoli d’acqua… le ginocchia ringraziano!
L’arrivo a La Salle segna la fine del saliscendi, oramai la gara è giunta al km. 42, ne mancano solo 6 all’arrivo! L’ultimo passaggio attraverso la strada di Croix des Prés – Tzanta Merla (detta “delle Madonnine”), in piano, vede l’unica scena “triste” della gara… Il vostro amico JeKo (cioè io) viene sorpassato da Giuliano Cavallo, che sarà il vincitore della gara lunga… ebbene si, ha corso il doppio di me… e mentre io, faticosamente, mi apprestavo a concludere 48 travagliati km, lui, in apparente scioltezza, ne aveva già percorsi 88!!).
L’arrivo in volta a Morgex, tra due immense ali di spettatori ancora presenti (forse proprio grazie all’arrivo di Giuliano) è stato qualcosa di spettacolare! Applausi per tutti, pacche sulle spalle, la maglietta regalata solo a chi arriva in fondo (con la scritta “GTV Finisher”! 😛 ) e tante foto. Atla e Nikka, di nuovo presenti (stavolta in panni ufficiali di volontari) con Hervé (si narra di una sua performance di volontario durata due giorni filati senza grandi pause intermedie! Complimenti!) con un’ennesima birrozza per me (sembro proprio un alcoolizzato! Giuro, è solo apparenza 😀 ).
Durata totale della mia corsa: 10 ore e 22 minuti, 162esimo generale… considerando il tempo infame e il mio non proprio eccellente stato fisico (dovuto principalmente alla pigrizia), nemmeno troppo alto e abbastanza soddisfacente…
Ma il prossimo anno si farà di meglio, promesso, non mi doppieranno più!
3 Comments on “Gran Trail Valdigne 2010!”
jeeek ci siamo quasi beccati lo sai? io ero andata a pré saint didier alle terme sabato e domenica mattina sono andata ad arpy. Infatti mi sono rotta di dover deviare per salire a colle san carlo, il centro di morgex bloccato dalla corsa 😀 sono anche passata da la salle e ho pensato: chissa se jek è a casa… 😉
Accidenti, peccato che fossi stato in corsa sennò ci si vedeva per un gelato 🙂
Sei passata a vedere com’erano cambiati i posti della tua gioventù estiva? 😀
Partenza alle ore 10 del mattino sotto un terrorifico sole allo Zenith (per quanto possa il sole essere allo Zenith a questa latitudine ) che picchiava forte sulle teste dei quasi 600 corridori allineati nella piazza principale di Morgex. La gara si fa immediatamente selettiva con una salita letale ai meno allenati che, dai 900 e rotti metri dello start, portava ai 2.920 del bivacco Pascal (con una progressione di quasi 2.000 metri di dislivello e quasi 11 km di lunghezza… argh!).